Arte, cultura e tradizioni

Emilio Salgari, lo scrittore di Verona

Salgari, il padre di penna di Sandokan, è stato un letterato italiano molto importante, originario di Verona dove ancora oggi riposa nel cimitero monumentale

Sentire nominare Emilio Salgari significa ricordarsi le molte avventure vissute in sua compagnia, quando da ragazzi leggevamo alcuni tra i suoi più grandi capolavori come le "Le tigri di Mompracem”, "I misteri della jungla nera”, "Il re dell’aria”, "La montagna di luce” e molti altri titoli ancora.

Ma pochi forse sanno che Emilio Salgari, il padre di Sandokan, era originario della città di Verona, dove mosse i primi passi come giornalista, scrivendo i suoi primi racconti proprio nelle appendici di quest’ultimi. Tutta la sua infanzia fu legata alla città veronese, rimanendovi fino al 1900 (per ben 38 anni) prima di trasferirsi definitivamente con la sua famiglia a Torino.

La sua vita fu segnata da alcune tragedie familiari quali il suicidio del padre che, credendosi malato di una malattia incurabile, decise di togliersi la vita gettandosi dalla finestra di una casa di parenti; il tutto soli due anni dopo la morte della madre di Salgari, che segnò fortemente la sua persona.

A seguito di questi tragici eventi il nostro riuscì a ritrovare il sorriso, sposandosi e dando alla vita 3 meravigliosi bambini, con i quali trascorse alcuni momenti felici a Torino. Ma il contesto non rimase allegro per molto tempo: la situazione economica della famiglia Salgari non era delle più rosee, il lavoro scarseggiava e la mancanza della moglie, ricoverata per molti mesi in manicomio, si fece sentire coì pesantemente sulle spalle di Emilio Salgari che già nel 1909 tentò di suicidarsi.

Ma la mattina del 25 aprile 1911 decise di uscire dalla sua casa nella normalità delle sue abitudini quotidiane, seppur lasciò 3 lettere per i figli, i direttori dei giornali e i suoi editori. Il suo corpo venne ritrovato nel bosco di Val San Martino e oggi riposa all’interno del cimitero monumentale di Verona, dove fu traslato successivamente.

"A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna”. Così ci lasciava a soli 49 anni un grande luminare della letteratura italiana, che a Verona ha avuto i suoi natali e che ancora oggi qui riposa, ricordando quei giorni belli e spensierati della sua adolescenza.

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